La meditazione può avere molte definizioni in quanto assume connotazioni e sfumature differenti a seconda delle tradizioni culturali e filosofiche di riferimento e in base agli aspetti che si vogliono privilegiare. Al di la’ comunque di denominazioni diverse le origini delle attivita’ meditative si fanno risalire alla tradizione tibetana. il temine sanscrito per indicare la meditazione è samadhi che a sua volta comprende due tipi di meditazione:la meditazione indicata con il termine sanscrito samatha che vuol dire “trovare la pace”e che enfatizza la stabilita’ e la concentrazione della mente, e la meditazione indicata con il termine vipasyana che indica una visione profonda che permette di vedere ogni cosa con maggiore chiarezza e lucidità. La meditazione si compone pertanto di due fasi: la meditazione della quiete mentale e la meditazione della visione profonda. Lo scopo e’ quello di allenare la mente ad uno stato si tranquillita’ e visione profonda rafforzando il contatto con la realta’ quotidiana rendendo il “qui e ora” di ogni situazione un’esperienza unica sulla quale ci si concentra totalmente.Spesso il lavorio mentale che non lascia tregua comporta un’incessante analisi di pensiero che impedisce alla mente di stabilizzarsi e concentrarsi. La mente come dicono i tibetani è come una scimmia dispettosa che fugge in continuazione, che non si lascia prendere.
Recenti studi (CarosellaA., BottaccioliF.,2003) sull’uso terapeutico delle tecniche meditative hanno dimostrato che l’uso regolare determina:
- la regolazione della produzione di cortisolo, fondamentale ormone delle stress;
- l’aumento della melatonina,fondamentale ormone del sonno con funzioni chiave
nella sincronizzazione dei ritmi biologici dell’organismo;
- la riduzione della noradrenalina,neurotrasmettitore prodotto sia dalle surrenali sia
dal cervello sotto stress;
- l’aumento della serotonina,neurotrasmettitore di grande rilievo per l’umore(antidepressivo),ma anche per la regolazione della fame e della sazietà
- l’aumento del dhea (deidroepiandrosterone), ormone prodotto sia dalle surrenali che dal cervello, con ruoli molteplici sia sull’umore che sul sistema immunitario;
_aumento del testosterone,ormone maschile per eccellenza ma che può svolgere un ruolo importante anche per le donne perché,soprattutto in menopausa costituisce una riserva per la produzione di ormoni femminili (estrogeni)tramite un meccanismo di conversione enzimatica dall’ormone maschile a quello femminile che si chiama aromatizzazione.
Gli effetti fisiologici della meditazione sul cervello possono quindi essere così riassunti:
un rilassamento profondo che potenzia l’attenzione
un maggiore controllo dei circuiti neuroendocrini e di quello dello stress
una migliore coerenza cerebrale,una migliore comunicazione tra gli emisferi e una maggiore capacita’ di adattamento