Il Disturbo dell'Identità di Genere ( oggi nel nuovo DSM-5 denominato Disforia di Genere) è caratterizzato da una significativa alterazione del senso di identità rispetto all'essere maschio o femmina con conseguente profondo disagio e sofferenza nei confronti del sesso biologico ed estraneità rispetto all'identità di genere attribuita al proprio sesso. La sofferenza e il rifiuto di vivere in maniera conforme alle caratteristiche e ai modelli di genere (essere maschio o femmina) imposti dalla società comporta una compromissione del funzionamento sociale, interpersonale, lavorativo e la ricerca di conformarsi al sesso al quale si sente di appartenere.
In Italia la legislazione prevede un iter diagnostico che contempla un intervento multidisciplinare (medico e psicologico) nel caso in cui il soggetto decida di modificare il proprio sesso biologico per uniformarsi anche esteriormente al sesso al quale sente di appartenere.
PERCORSO DI TRANSIZIONE IN BREVE
L'iter per il cambiamento di sesso prevede un percorso di psicoterapia con la finalità di accertare l'effettiva presenza del disagio di Genere ed escludere pertanto transitorie problematiche inerenti la consapevolezza della propria identità o disagi psicologici di altra natura. Dopo la conclusione del percorso psicoterapico è lo stesso psicoterapeuta che dà l'autorizzazione a cominciare la terapia ormonale rilasciando un certificato da consegnare all'endocrinologo che, dopo una serie di esami di routine inizierà la terapia ormonale. In genere dopo questa fase può iniziare l'iter in tribunale per l'autorizzazione al cambiamento di sesso. Dopo l'intervento chirurgico è necessario tornare in tribunale per ottenere la rettifica di attribuzione di sesso e il cambio dei documenti.